Il Margarita è il più comune cocktail messicano a base di tequila e appartiene ai sour. In latino "margarita" significa perla, mentre in spagnolo è la traduzione della parola margherita. È un cocktail pre-dinner. Quando si parla di cocktail, il Margarita è senza dubbio il non plus ultra dell’eleganza grazie al suo particolare accostamento tra l’acido del limone (o del lime) e il salato, difficilmente evitabile per via della classica bordatura salina con cui si ricopre il “sombrero” (anche noto col nome di coppa Margarita): di certo questo drink non ha un sapore adatto a tutti i palati! Il Margarita è anche il portabandiera del Messico, visto che la tequila è il suo ingrediente principale. Non a caso nel Centro America si è sempre consumato uno dei più classici tequila cocktails, ovvero il famoso trio tequila, sale e limone. L’evoluzione della mixologia avrebbe portato all’integrazione di questa semplice ricetta con il Triple Sec, un liquore che di fatto mitiga la spiccata forza del tequila, oltre ad un bicchiere molto ampio che invita ad un consumo più responsabile rispetto allo shot glass. Il risultato? Ovviamente la ricetta del Margarita che conosciamo oggi. Come tutti i grandi successi della storia, ci sono molteplici versioni sulla sua paternità e, ovviamente, tutti vogliono prendersene il merito. La cosa più giusta da fare è scegliere la storia che preferisci tra quelle che sto per raccontarti, e ripeterla a tua volta agli amici mentre sorseggi il tuo cocktail Margarita… Secondo quanto dice William Grimes, autore di “Straight Up or On the Rocks: The Story of the American Cocktail”, molti affermano di aver bevuto questo pre dinner già negli anni ’30. La prima storia (la più accreditata delle 4 che leggerai qui) tramandata per anni dalla famiglia, è ambientata durante un matrimonio nel 1936, dove Daniel Negrete, bartender e proprietario del bar dentro al Garci Crispo Hotel, offrì come regalo di nozze questo cocktail alla cognata. Vuoi sapere il nome della sposina? Forse è troppo scontato, vero? La seconda storia è ambientata in Texas e nasce da un errore. Beh, pare che Pancho Morales si sia trovato proprio nella stessa situazione il 4 luglio del 1942 nel bar Tommy’s Place a Juàrez: una bella donna durante la serata gli chiese un Magnolia di cui Morales non conosceva la ricetta e, per non fare brutta figura, preparò un cocktail a braccio che ebbe un successo incredibile e che, per rimanere in tema floreale, chiamò Margarita. Anche nella terza storia, come in tutte le storie che si rispettino, c’è di mezzo una donna. Siamo nel 1947 e Carlos Danny Herrera per sorprendere la showgirl Marjorie King che era allergica a tutti gli alcolici, tranne che alla tequila, le preparò un mix liscio e salato che chiamò Margarita in suo onore. La quarta, e ultima storia, ha invece per protagonista proprio una Barlady, Margaret Sames, che nel dicembre 1948 inventò il cocktail ad Acapulco. Margaret usò una parte di Cointreau, tre parti di tequila e una di succo di lime e sapendo che molte persone bevono tequila dopo aver leccato del sale, decise di aggiungere anche la crusta con cui tuttora si decora il Margarita in tutto il mondo.
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